top of page

Le zuppe della Tuscia: 

Tra i piatti tipici di Viterbo e del suo territorio troviamo l'acquacotta, la pignattaccia, la cicerchiata, il bagnone viterbese, la zuppa di ceci e castagne e la panzanella .
La minestra o zuppa di castagne e ceci. È il piatto tipico che viene servito durante le sagre, come quella delle castagne. Solitamente è accompagnata con gli gnocchetti.
L’acquacotta è un piatto definito "povero" perchè per la sua preparazione si utilizzavano materie prime a costo zero o quasi direttamente reperibili in campagna e nell'orto. Anche il pane da aggiungere era rigorosamente raffermo. Nondimeno questo piatto è ricco di sapori e odori decisi e meravigliosi come quello della mentuccia di campo e delle erbette selvatiche (che oggi se non reperibili possiamo sostituire con altre da acquistare direttamente dal nostro fruttivendolo di fiducia).
Le varianti dell'acquacotta alla viterbese sono molteplici e derivano dalla disponibilità di prodotti che erano disponibili al momento per la preparazione del piatto.
Zuppa di ceci e castagne. Ricetta tipica dei Monti Cimini e delle campagne viterbesi. La presenza di castagne e ceci era dovuta al fatto che le castagne venivano raccolte liberamente nei castagneti della zona e si aggiungevano ai piatti per renderli più sostanziosi e saporiti.
Bagnone viterbese
E' un piatto tipico della tradizione contadina viterbese. Nato a Vallerano, piccolo comune della provincia, era il pasto che i contadini portavano abitualmente per il pranzo durante la raccolta delle olive. E’ un piatto sano, leggero, completo, semplice da realizzare e dal sapore antico. E’ uno di quei piatti ormai considerati vecchi e desueti, perché appartenenti ad un passato lontano, dimenticati dai ristoratori e anche dalle mamme in cucina.
Panzanella alla viterbese
La panzanella (pane mollo), chiamata anche pansanella o panmolle o panmòllo, è un piatto tipico dell'Italia centrale e della Tuscia. Il termine deriva da "pane in zanella", dove "zanella" (=piccola zana) sta a significare un recipiente concavo a forma di una piccola culla, un piccolo paniere o, addirittura, un laterizio facente parte di un canale, aperto a metà, dove scorre l'acqua. Probabilmente, proprio da un recipiente di tal fatta ha preso il nome la panzanella, che in passato veniva utilizzata dai contadini, soprattutto negli orti e in campagna, per un frugale pasto estivo, oppure dai ragazzi per una sbrigativa merenda estiva.
Anche per gli amanti del pesce questo territorio riserva delle gradite sorprese. 
I due grandi laghi vulcanici di Bolsena e Vico ci fanno omaggio di specie ittiche di primissima valenza culinaria.
Il persico reale, i piccoli latterini, il grandioso Coregone, il Luccio, la Tinca, le anguille forniscono la base naturale per meravigliose preparazioni di cucina e fanno parte della ricetta della famosa
“Sbroscia” una sorta di zuppa preparata con il pesce di Lago, che solo qui in provincia di Viterbo sanno realizzare con una ricetta antica che consente di assaporare un prodotto unico e speciale.
La zuppa di funghi con porcini, ferlenghi, chiodini e patate, pasta e fagioli, pasta e broccoli, pasta e lenticchie, la zuppa di farro e numerosissime varianti con l'aggiunta di lardo e pancetta di maiale.
Acquacotta alla Viterbese.jpg
Zuppa ceci e castagne.jpg
Bagnone viterbese.png
antipasti.png
Sbroscia.png
Zuppa di funghi_edited.png
bottom of page